Corsa all’aperto o Tapis Roulant?

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Buongiorno Web Runners!

Nell’articolo di oggi metteremo a confronto la corsa all’aperto e la corsa indoor.

Per farlo parleremo di Tappeti, Tapis roulant e Treadmill! La differenza? Nessuna, sono solo tre modi diversi di descrivere lo stesso attrezzo, evitando ripetizioni cacofoniche. E direi che con questo abbiamo già detto tutto….

Quali sono quindi i vantaggi e gli svantaggi dei due tipi di allenamento, e chi vincerà la sfida finale?

In realtà vi anticipiamo che non abbiamo decretato un vincitore definitivo e assoluto, perché entrambe le scelte hanno degli aspetti positivi ed interessanti, e la decisione su chi meriti il primo posto è decisamente personale, quindi la rimettiamo ad ognuno di voi.

Per confrontare meglio le due modalità di allenamento, suddividiamo le nostri considerazioni in piani diversi:

  • Fisiologico;
  • Mentale;
  • Performance;
  • Fruizione.

Piano FISIOLOGICO

La corsa su strada è decisamente più impegnativa, perché meno regolare e prevedibile.

All’aperto la superficie di appoggio è incostante, corriamo su asfalto, cemento, sterrato, o su una combinazione di due o più di questi terreni che sono caratterizzati da dossi e cunette e ci sono frequenti interazioni con elementi esterni, come marciapiedi, alberi e ovviamente persone.

In questo caso, però, il movimento è totalmente naturale mentre nella corsa indoor non è esattamente così: nel momento in cui l’avampiede dovrebbe spingere in avanti il corpo, lo scorrimento del tappeto porta il piede indietro facendo aumentare il carico sul quadricipite della gamba che va ad appoggiare e stimolando il lavoro del muscolo tibiale.

Un altro elemento da considerare è che nella corsa all’aperto la velocità e la pendenza non sono riferimenti “pre-impostati” quindi la regolarità dei movimenti è gestita in maniera istintiva o controllata attivamente attraverso l’ascolto del corpo.

Un consiglio al volo: se decidiamo di utilizzare il tapis roulant, impostiamo la pendenza a “1” per ricreare lo sforzo del corpo alla resistenza aerodinamica.

Piano MENTALE

La corsa su treadmill è generalmente meno coinvolgente, meno stimolante e quindi più noiosa, anche se i moderni tappeti sono dotati di monitor e connessioni digitali, quindi ci danno la possibilità di fruire di alcuni tipi di distrazione che nella corsa su strada per ovvi motivi non abbiamo (guardare un video, impegnarci in un gioco, ecc.).

Se il nostro allenamento, come spesso accade, ha anche una funzione di “de-stressing”, la corsa all’aperto è decisamente preferibile, ma solo se l’ambiente in cui corriamo ci permette di non dover gestire situazioni o stimoli esterni di pericolo o di eccessiva attenzione, come automobili, intralci o cambi di andatura forzati.

Miglioramento delle PERFORMANCE

Possiamo considerare i due tipi di allenamento come complementari, perché ci permettono di lavorare in ambiti diversi.

Il treadmill ci permette di creare facilmente allenamenti strutturati e combinati, gestire carichi di lavoro e velocità attraverso la scelta di percorsi e sequenze di allenamento personalizzate. Si può scegliere di impostare a priori un piano di esercizio combinando velocità/pendenza/durata oppure gestire la combinazione di queste tre variabili usando come riferimento la frequenza cardiaca, con app dedicate. In questo modo possiamo raggiungere molti dei nostri obiettivi, dalla perdita di peso fino alla preparazione di una maratona.

La corsa all’aperto è invece decisamente preferibile per allenarsi sulle lunghe distanze, sulla gestione degli stimoli ambientali, sull’ascolto del corpo e per migliorare la propriocettività (a questo tema, che merita una discussione più ampia e approfondita, dedicheremo a breve un articolo specifico).

Piano della FRUIBILITÀ

Verrebbe naturale pensare che la corsa all’aperto sia più pratica, ma in realtà dobbiamo considerare le variabili metereologiche, le caratteristiche urbane del posto in cui viviamo, e i nostri obiettivi di allenamento.

Per correre all’aperto durante la bella stagione, o quando il tempo è abbastanza clemente è vero, basta mettere una maglietta, un paio di pantaloncini e le scarpe e si può già andare; la questione cambia d’inverno o in piena estate, e genericamente quando le condizioni atmosferiche sono più difficili, quando piove a dirotto, c’è vento, o temperature estreme. In questi casi è richiesta una grande forza di volontà e un’attenzione particolare al tipo di abbigliamento che si utilizza.

Parlando dell’aspetto urbano, se abitiamo in città molto trafficate e vogliamo correre all’aperto dobbiamo per forza trovare una location adatta per allenarci serenamente, ad esempio un parco o un quartiere periferico, mentre in palestra questo problema non si pone. Ovviamente questo vantaggio viene meno se la palestra non è esattamente sotto casa, o se negli orari in cui possiamo allenarci c’è un eccessivo afflusso di persone.

Per quanto riguarda le nostre aspettative di allenamento, come già detto, vanno bene entrambe le alternative per raggiungere obiettivi diversi, ma la soluzione migliore è probabilmente quella di combinarle.

Sempre nell’ambito della fruibilità, un altro aspetto da considerare è quello relativo al rischio di infortuni e all’”invasività” degli allenamenti. Il piano di appoggio del tapis roulant è molto più ammortizzato rispetto alle superfici esterne, quindi riduce sensibilmente la sollecitazione delle articolazioni a vantaggio dei runner meno giovani, di chi non gode di una forma fisica perfetta, o di chi si approccia alla corsa dopo molto tempo di inattività.

In linea generale, pur essendo noi spudorati fan della corsa all’aperto, non possiamo non ammettere che il treadmill sia uno strumento utile ed efficace per allenarsi con obiettivi specifici o quando non è davvero possibile farlo all’esterno. Attenzione però a non utilizzarlo come scusa per non uscire, ricordiamoci della famosa frase di Bill Bowerman: NON ESISTE QUALCOSA COME IL CATTIVO TEMPO, ESISTONO SOLO PERSONE PIGRE!

Carissime e carissimi Web Runners, vi lasciamo quindi con questa poetica massima:

“che sia all’aperto o sotto a un tetto, godetevi la corsa con pieno diletto, forse da soli o meglio in compagnia, ma… correte tanto, e così sia!”

A proposito… Vi siete iscritti alla Maratonina della Vittoria?

Se non l’avete ancora fatto, vi perdoniamo, ma non perdete altro tempo!! Iscrivetevi subito alla Settima Maratonina di Vittorio Veneto!

Corsa e diabete

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Buongiorno Web Runners!

Anche se siamo un po’ fuori tempo, oggi parliamo di “dolcetto o scherzetto”, ovvero “quanto la corsa può influire nella salute di un runner diabetico”.

Come avrete intuito ci permettiamo di approcciare questo argomento molto serio e delicato in maniera decisamente informale, proprio per evitare che le nostre considerazioni siano scambiate per pareri medico-scientifici.

Giusto per capire qualcosa in più, l’Istituto Superiore di Sanità definisce il diabete come “una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina.”

Le persone affette da diabete devono quindi compensare questa disfunzione integrando insulina.

In sostanza, pensate al livello di glucosio come al barattolo di Nutella, e all’insulina come alla mano della mamma… tutto chiaro? Quando la mamma non c’è, il barattolo di Nutella finisce in un lampo, ma poi iniziano le conseguenze…

Durante la corsa (attività aerobica) i muscoli consumano più glucosio per produrre energia, e il nostro organismo si preoccupa di aumentarne la disponibilità. Questa variazione della presenza di zuccheri nel sangue induce il nostro corpo a gestire la produzione di insulina, proprio per bilanciarne i livelli.

Un’attività fisica controllata, corsa inclusa, contribuisce appunto ad allenare questo processo di auto regolazione, tanto da risultare a tutt’oggi la migliore guida per prevenire il diabete mellito, l’obesità e altre malattie cardio-metaboliche e soprattutto ridurre il rischio cardiovascolare.

Un runner diabetico deve prendere precise precauzioni prima di iniziare un allenamento o una maratona, per mantenere costante i livelli di glicemia durante l’attività. Ogni individuo ha peculiarità specifiche quindi per non incorrere in potenziali rischi è buona norma consultare il proprio diabetologo di fiducia e farsi consigliare.

Chiarito questo punto, è importante dire che nella maggior parte dei casi il diabete non impedisce assolutamente la pratica sportiva che, al contrario, diventa un’abitudine di vita importante e quasi imprescindibile.

A questo proposito, segnaliamo un sito che non ha bisogno di spiegazioni www.diabetenolimits.com in cui spiccano articoli che parlano di Ultra Trail, Triathlon e Ironman ma soprattutto di condivisione di esperienze personali.

Ci sono infatti moltissimi maratoneti che riescono a combinare perfettamente il diabete ad un’intensa attività sportiva, ed anzi traggono dalla loro condizione fisica uno spunto incredibile per raggiungere obiettivi atletici di assoluto rispetto.

Nell’ambito professionistico c’è un’accesa e tutt’ora aperta diatriba, nata dal fatto che l’insulina può essere considerata come sostanza dopante perché contribuisce, attraverso la riduzione del glucosio nel sangue, a modificare il metabolismo lipidico e la sintesi proteica.

Ovviamente il punto di vista degli atleti diabetici è che l’insulina sia una necessità di vita e non un mezzo per aumentare le performance di gara: se siete interessati a questo argomento specifico, vi rimandiamo ad un articolo molto interessante, curato dal Prof. Mario Vasta http://diabetenolimits.com/attivita/diabete-di-tipo-1-insulina-e-doping-facciamo-chiarezza/

Quindi, Web Runners! Se vi abbiamo beccati con le mani nel barattolo della marmellata, basta leccarsi i baffi e iniziamo a pensare alla prevenzione, a tutte le età!

Anzi, facciamo così… quanti vasetti di Nutella avete mangiato nel 2019?

Solo 2? O 6?! Oppure 20??! Bene, ora pagate pegno e preoccupatevi di iscrivere alla prossima Maratonina della Vittoria un gruppo pari di amici!

Fatelo direttamente qui: https://www.maratoninadellavittoria.it/evento/maratonina-della-vittoria/

e… occhio che abbiamo informatori anche nella vostra dispensa nascosta!!

A tutte le nostre dolcissime Web Runners, buona corsa! E ai maschietti…. carbone! ?

Sauna e Corsa: amici o nemici?

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Buongiorno Web Runners e Buon 2020 di corse da tutto lo staff di Eroica15-18!

La Befana ha portato via tutte le feste e ha decretato lo stop ai pantagruelici banchetti di fine anno, ma qualche ricordo rimane scolpito nel nostro corpo, che risulta meno scolpito di prima…

È inverno, e le uscite di allenamento sono davvero meravigliose in questa stagione: ammiriamo paesaggi imbiancati all’orizzonte, i nostri passi sfiorano indomiti la brina mattutina, sbuffiamo bianche nuvole di fiato come bisonti selvaggi, e talvolta capita di incrociare qualche pinguino che ci consiglia di passare al barefoot.

Si, ok, fa freddo… ma ci sono tanti modi per scaldarsi!

Uno di questi è sicuramente la sauna, pittoresca quanto ingegnosa pratica usata fin dal Medioevo in Scandinavia e diventata ben presto orgoglio nazionale finlandese. In cosa consiste lo sappiamo tutti, ma quali interazioni ha con la corsa? Fa bene? Fa male? Migliora le prestazioni o le peggiora?

Anzitutto capiamo cosa succede al nostro corpo durante i cosiddetti “bagni di sudore”.

La temperatura all’interno di una sauna finlandese va dagli 80 ai 100 gradi centigradi, e l’umidità è inferiore al 20%. In questa situazione ambientale il corpo lavora per evitare che la temperatura interna si alzi troppo, e lo fa sudando, come d’estate… ma di più. Aumenta la frequenza cardiaca, c’è vaso-dilatazione ed il sangue circola più velocemente.

La temperatura della pelle può salire fino ai 40-42 gradi (46° è la soglia del dolore), e la sensazione è paragonabile ad una febbre alta, quindi spossatezza, difficoltà di concentrazione, ma con la differenza che si può controllare, quindi da “malessere” si trasforma in “benessere”: possiamo rilassarci e goderci la sudata purificatrice finché decidiamo che è sufficiente.

Attraverso il sudore il corpo espelle tossine, acido lattico, acido urico, ecc. e l’aumentata frequenza cardiaca aiuta a bruciare calorie (fino a 250-300 in due sessioni di sauna da 15-20 min., pari ad un allenamento di media intensità), le fasce muscolari si distendono e la circolazione sanguigna stimola l’ossigenazione dei tessuti.

Un’importante precisazione: la sauna non deve essere considerata una pratica utile al dimagrimento perché il peso perso a causa del calore deriva dall’abbondante sudorazione ed è quindi composto al 99% da liquidi che vanno prontamente reintegrati.

Fatta questa doverosa premessa, torniamo a noi… sauna sì o sauna no?

Sauna decisamente sì, come abitudine continuativa dopo gli allenamenti e meglio ancora dopo una gara.

Il corpo affaticato recupera più velocemente, distendendo e ossigenando le fasce muscolari, fluidificando il sangue, mantenendo allenato il cuore, espellendo le tossine e rilassando la mente.

E se invece la sauna viene fatta prima di una gara?

Beh, in questo caso gli effetti possono essere inaspettati, e non sempre positivi.

Come sempre la vecchia regola di seguire solo le abitudini consolidate prima della gara è vincente, quindi se siete abituati a fare saune con regolarità e avete già testato gli effetti positivi negli allenamenti fatti successivamente, continuate così e buona gara.

Se invece state preparando una maratona in zone montane e scoprite che il vostro hotel ha una Spa molto invitante, ma non siete degli assidui frequentatori della sauna, evitate di improvvisarvi “finlandesi della sera prima”, perché potreste pagarne le conseguenze dopo pochi chilometri dalla partenza.

Riassumendo, il nostro consiglio è sicuramente quello di praticare la sauna, sia Finlandese che Biosauna (circa 50°C e 60-70% di umidità), soprattutto nei mesi freddi. Non dimenticate che comunque durante la sauna esponete il vostro corpo ad una situazione intensa, quindi ci sono delle controindicazioni da considerare. Ad esempio, se siete cardiopatici o soggetti a bassa pressione, oppure durante il periodo mestruale o se siete in dolce attesa, è decisamente opportuno evitarla.

Per riuscire a divertirsi e godersi a pieno il piacere di qualsiasi pratica fisica è sempre importante ascoltarsi, conoscere ed avere consapevolezza del proprio corpo e della propria condizione fisica, e in caso di dubbi consultare chi ne sa più di noi.

Un’ultima precisazione per i non finlandesi: oltre alle buone abitudini di attendere almeno 15 minuti tra l’allenamento e la sauna, di farsi una doccia tiepida prima di entrare e una fredda appena usciti, e di reintegrare subito i liquidi persi, ci sono anche 3 regole di comportamento molto importanti da seguire.

Regola nr.1: la sauna è un luogo di rilassamento, rispettate il silenzio e ascoltatevi.

Regola nr.2: usate un telo di cotone per coprire la panca dove vi sedete, nessuna parte del vostro corpo deve essere a contatto con il legno, piedi compresi. Fatelo sempre e verrete imitati da chi ancora non lo fa.

Regola nr.3: la sauna è un luogo di rilassamento, rispettate il silenzio e ascoltatevi. (la ripetizione non è un errore)

Quindi, carissime e carissimi Web Runner, che siate sanguigni e generosi Mediterranei, o biondi e cornuti Vichinghi (in senso figurato), da tutto lo staff di Eroica15-18 buona corsa e buone sudate!